La sensazione peggiore che si possa avere, svegliandosi al mattino, è quella di sentirsi intrappolati in una prigione senza barriere, senza vedere una vera via d'uscita.
E' come trovarsi al centro di una costruzione di mattoncini con un unico punto debole: tu sai dove colpire, sai quale pezzo eliminare per far crollare tutto attorno a te ed essere finalmente libero, ma semplicemente quel pezzo è troppo lontano: è fuori dalla tua portata.
Come fa la gente ad accettare il proprio destino, nonostante sia completamente diverso da quello che avrebbero voluto o sognato? Non tutti possono aver trovato ciò di cui avevano bisogno, per quanto diverso dai propri obiettivi... e allora di cos'è che si tratta? E' forse la fede?
L'idea che qualcuno abbia già deciso tutto per noi e che facciamo parte di un disegno più grande ed inaccessibile è così rassicurante?
E se quel qualcuno, quel creatore che ci ha generato a sua immagine e somiglianza, non fosse altro che un omino verde che si è divertito a fondere il suo DNA con quello di una scimmia?
E se il mondo non fosse altro che un enorme laboratorio e noi tutti delle piccole formichine industriose e piene di domande senza risposta?
Perchè ci ostiniamo a guardare il cielo, a capire l'universo e le sue leggi, a sfidare la natura e a giocare a fare Dio quando non siamo nemmeno capaci di comprendere noi stessi?
Perchè non accettiamo semplicemente la vita per quello che è, una sequenza di momenti belli e brutti, di emozioni, di persone, di esistenze che si intrecciano.
Perchè cerchiamo sempre di vederci qualcosa di più?
Non possiamo fare a meno di porci domande, ma le risposte non ci piacciono.
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
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